top of page

ph. S. Mazzotta

2018

Amina Amici // Zerogrammi

LUCI DI CARNI

Corpi che appaiono e poi sfumano per poi apparire di nuovo.

Corpi spogli, sapori germinali, che tagliano, ondeggiano, ricercano nell’aria ubriaca la cattura del proprio corpo nudo. Sembra che si annusino come fanno i lupi per riconoscersi. I lupi, cultori della sensualità, delle sostanze tangibili e corporali, in una marca di odori e terre vibratili in cui figure e forme non hanno perimetro, vivono tra luce e ombra momenti che si irradiano nel rischio e nell’assenza. Spruzzi di “carni”, tra un brulicare di fantasmi, presentano la fonte luce.

Macchie scintillanti si esibiscono in un sol ritmo sciogliendosi, come in un vortice, incidendo come tagli sulla tela. Il flusso di “carni” continua in un susseguirsi di fotogrammi, dove l’accadimento rituale del vestirsi e svestirsi indica il nuovo.

Ritmi di passi più sicuri. I segni transitano nello spazio e nel tempo per definire e dichiarare ciò che siamo e volgiamo essere. Ognuno sceglie un luogo. Fermi come in un quadro delimitano un fulcro fruibile e colmabile di loro e nostre istanze. Gli sguardi sono per noi, gli occhi ci guardano, la musica bellissima, sorge e fa risorgere, mette in piedi, innalza.

Si sente ineffabile la presenza della notte e del giorno, della fine e dell’inizio in un crescendo di significati, luci e ombre, dove l’essere si scopre nudo dinanzi alla vita. (Anna Maria Clementi)




ph. S. Mazzotta

© zerogrammi
bottom of page