SILVIA BATTAGLIO
LOLITA
Created in co-production with Odin Teatret and with the artistic supervision of Julia Varley, LOLITA represents the first of the creation belonging to the Identity Trilogy and part of a personal investigation on the theme of identity, of belonging or not to ourselves, to our time, to an age that represents us but which sometimes does not exactly correspond to our inner time. In this mismatch between age and existence there is a place that I would call: Lolita. From her small childhood corner immersed in a garden of red apples, a Lolita - now an adult - crosses time backwards and retraces her 'first time', experiments, provokes and questions adults in an attempt to intercept the trajectories of the possible , he goes through disappointment and amazement, purity and sin, in his intimate journey between adolescence and maturity. Lolita weaves the threads of memory, then trembles, laughs and sighs when in the woods of her childhood she meets Mr.Humbert, the black man of fairy tales, half man and half wolf who for fear of getting old steals time from an innocent little girl as a little hood. red but cruel as a demon. Lolita searches for the traces of the little girl she was and that Humbert took away from her, overrides time, loses it, and finally tries to hold it back, amidst bewilderment and play, like a tightrope walker challenges a bright world but full of pitfalls, in an attempt to place herself to the uncertain boundaries of a constantly changing reality destined to continually change its ethical values, to question apparently undeniable certainties such as the right to one's childhood. Woman, old woman, child, cruel, sweet and enigmatic, Lolita is alone because no adult loves her for what she is: then she pretends to be another in the perverse game of the theater of life, now with ingenuity, now with cunning, projects her body in the perdition of an ambiguous and metamorphic dimension in which 'love' and 'power' coexist at the same moment, penetrating into the deepest feelings of being, crossing them with passion and bitterness, to the point of irony.
regia e interpretazione / by and with Silvia Battaglio | consulenza artistica / artistic advice Julia Varley | liberamente ispirato a / inspired by Lolita (Vladimir Nabokov) | coreografie e drammaturgia / choreography and dramaturgy Silvia Battaglio | suggestioni letterarie / literary references Charles Perrault, Pia Pera | musica / music Torgue&Houppin, Alva Noto, Bizet | disegno luci / light design Massimiliano Bressan | produzione / production Biancateatro | coproduzione / coproduction Odin Teatret (DK) | sostegno alla realizzazione del progetto / support to the production Zerogrammi, Tangram Teatro | con il contributo di / with the contribution of Regione Piemonte, MIBAC Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Silvia Battaglio costruisce una drammaturgia intensa, fondendo le fonti letterarie in una riscrittura agile, intensa e perversamente potente che si fonde con un’azione scenica in cui la corporeità è predominante. Utilizza i mezzi che abbisogna per essere efficace. Questa Lolita di Silvia Battaglio, opera che apre il sipario su temi che vogliamo seppellire sotto il tappeto della civiltà, additando il mostro nel peccatore scoperto in flagrante dimenticando che l’orrore si annida nell’animo di tutti, ricorda qualora ce ne fossimo dimenticati che la funzione della scena è parlare al mondo del mondo, sollevare i veli, scuotere l’artificiale sicurezza del vivere civile. Il teatro quando si esprime con la sua vera forza non rassicura per niente: è uno sguardo lucido sulla durezza del vivere, sulla vita bella e crudele.
E. Pastore - Lo sguardo alternativo alle Live Arts
Silvia Battaglio indaga la forza ambigua e trainante della protagonista del romanzo di Vladimir Nabokov. Lolita è il lavoro frutto di una residenza artistica a Holstebro, in Danimarca, sede dell’ Odin Teatret, sede fortunatissima per l’ autrice che con “ Io amo Helen” , pièce molto apprezzata da Eugenio Barba e Julia Varley, si è aggiudicata encomi ma anche e, soprattutto, la possibilità di “ costruire” la sua Lolita. È un testo apparentemente leggero in cui le richieste si mischiano ai ricatti, la seduzione si fa arma, l’amore sfocia nella perversione”. A tratti provocatorio, senza mai essere eccessivo, rende perfettamente la sensazione di un amore non scelto. La danza che ci propone Silvia Battaglio è sempre precisa e coinvolgente. Nonostante la pioggia battente, il pubblico era numeroso ed ha apprezzato lo spettacolo.
F. Roma - TeatriOnLine
Su di un tappeto di mele rosse, servendosi di un perfetto controllo del corpo suo indiscusso marchio di fabbrica, l’attrice torinese rievoca il legame con il carnefice attraverso un racconto in cui l’evidenza della dolorosa attualità risiede nel prender le giuste distanze dall’originale letterario. Parole come macigni che l’interprete fa ulteriormente esplodere modulando la voce o con un ghigno, con l’intensità di uno sguardo piuttosto che con la forza di un silenzio: un’anteprima di successo in attesa del debutto assoluto nella prestigiosa cornice dell’Odin Teatret di Eugenio Barba.
R. Canavesi - Teatroteatro.it