2018
LUCI DI CARNI
ph. S. Mazzotta
progetto e coreografia / project and choreography Amina Amici | creato con e interpretato da / created with and interpreted by Chiara Guglielmi, Andrea de Luca, Riccardo Micheletti, Cinzia Sità, Amina Amici | consulenza drammaturgica / dramaturgical advice Carlotta Scioldo | musiche originali / original music composed by Bruno de Franceschi | disegno luci / light design Tommaso Contu | collaborazione alla scenografia / collaboration to the scenography BATNA Studio | cura della produzione / care of production Valentina Tibaldi | segreteria di produzione / production assistant Maria Elisa Carzedda | produzione / production Zerogrammi | con il contributo di / with the contribution of HOME Centro Creazione Coreografica – progetto residenze Dance Gallery Perugia, Workspace Ricerca X, Research & Dramatury, Lavanderia a Vapore | con il sostegno di /with the support of Regione Piemonte, MIBAC
Un ringraziamento a Francesca Cinalli per aver contribuito alla nascita e alla vita dello spettacolo / A thanks to Francesca Cinalli for contributing to the birth and life of the performance
Corpi che appaiono e poi sfumano per poi apparire di nuovo.
Corpi spogli, sapori germinali, che tagliano, ondeggiano, ricercano nell’aria ubriaca la cattura del proprio corpo nudo. Sembra che si annusino come fanno i lupi per riconoscersi. I lupi, cultori della sensualità, delle sostanze tangibili e corporali, in una marca di odori e terre vibratili in cui figure e forme non hanno perimetro, vivono tra luce e ombra momenti che si irradiano nel rischio e nell’assenza. Spruzzi di “carni”, tra un brulicare di fantasmi, presentano la fonte luce.
Macchie scintillanti si esibiscono in un sol ritmo sciogliendosi, come in un vortice, incidendo come tagli sulla tela. Il flusso di “carni” continua in un susseguirsi di fotogrammi, dove l’accadimento rituale del vestirsi e svestirsi indica il nuovo.
Ritmi di passi più sicuri. I segni transitano nello spazio e nel tempo per definire e dichiarare ciò che siamo e volgiamo essere. Ognuno sceglie un luogo. Fermi come in un quadro delimitano un fulcro fruibile e colmabile di loro e nostre istanze. Gli sguardi sono per noi, gli occhi ci guardano, la musica bellissima, sorge e fa risorgere, mette in piedi, innalza.
Si sente ineffabile la presenza della notte e del giorno, della fine e dell’inizio in un crescendo di significati, luci e ombre, dove l’essere si scopre nudo dinanzi alla vita. (Anna Maria Clementi)