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2018

MESSIAHAENDEL

ph. S. Mazzotta

progetto e coreografia /  project and choreography Paolo Mohovich | musica/ music Georg Fiedrich Hendel (estratti dall’oratorio Messiah) | interpreti / interpreters Eko Dance International Project/Pompea Santoro: Giuditta Alfarano, Silvia Arena, Carlotta Avidano, Giorgia Bonetto, Andrea Carozzi, Anastasia Crastolla, Carlo di Lorenzo, Manuela Gallingani, Nicole Gritti, Aymara Herrero Feria, Roberta Inghilterra, Stefano Milione, Veronica Morello, Francesca Raballo, Umberto Rota, Ivan Spitale, Federico Tosello, Elena Zanato | costumi / costumes Cicci Mura | disegno luci / light design Paolo Mohovich, Mauro Panizza | produzione esecutiva / executive production Zerogrammi | in collaborazione con / in collaboration with Fondazione Teatro Piemonte Europa | con il sostegno di / with the support of Regione Piemonte, MIBAC




(...) Tagliare, ricucire e tradurre il Messiah di Haendel è impresa difficile, già tentato in ambito coreutico internazionale (John Neumeier 1999), ma con quella sporadica cautela che lascia intravedere il pericolo. Senza paura di buttarsi tra le braccia di un oratorio barocco tra i più celebrati (1742) Paolo Mohovich è riuscito nella sfida di creare un Messiahaendel fluido, e danzato con convinzione dall’Eko Dance International Project di Pompea Santoro. La tecnica accademica si sfalda in un linguaggio ibrido, moderno, tenendo stretta a sé l’idea portante, senza esitazioni: qui entro un capolavoro musicale che i diciotto ballerini non negano ma esaltano anche senza l’atteso “Alleluia!” (Marinella Guatterini | Il sole 24 ore)


(...) C’è passione e maturità in questo nuovo titolo haendeliano che Paolo Mohovich ha covato a lungo. E c’è anche maturità del coreografo e degli interpreti, scenicamente sicuri e di presenza incisiva, precisi e convinti nell’esecuzione tecnica ed emozionale di un tracciato di danza pura e sempre dinamica….ci sono momenti gloriosi come la gioia per la nascita del bambino..una scena si lega all’altra, una coloritura incalza l’altra; tutto scorre plasticamente con un ritmo che non cede mai e con una sincerità di gesti davvero necessaria. (Elisa Guzzo Vaccarino | Ballet 2000)


(...) E’ un concentrato di danza e spritualità che rifugge dalla narrazione esplicita. E soprattutto è un lavoro pienamente riuscito grazie anche ai 18 splendidi danzatori della Santoro..Mohovich riesce a organizzare liberamente una danza di grande bellezza e dallo stile denso e coinvolgente, dal linguggio contemporaneo ora scarno, ora eloquente. Sempre sostenuto da una ispirazione coreografica forte e da un ritmo interiore che non lascia spazio a momenti di fragilità. (Sergio Trombetta | La Stampa)




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