MARTIM PEDROSO // GUESTS
PENTHESILIA
Kleist, ispirandosi al contesto della guerra di Troia e contaminato dall'eredità senecana, inventa la più tragica e sanguinaria storia d'amore del diciannovesimo secolo. Pentesilea, la regina delle Amazzoni, deve conquistare con la forza della sua lancia il figlio di Peleo, per poter così, allo sbocciare della primavera, continuare la tradizione della Festa delle Rose che unisce le guerriere vergini ai greci imprigionati. L'ossessione generata dalla conquista di Achille e dalla cerimonia di iniziazione all'amore diventa padrona della più ardita guerriera delle Amazzoni e gli eventi non la favoriscono. Questa pièce, considerata la più simbolica del romanticismo tedesco, è un inno all'immaturità degli affetti, e avrà una ripercussione evidente nel dramma espressionista che si svilupperà nel secolo successivo.
Una pièce canina di eroi immaturi.
Questa pièce, la meno compromessa con il discorso patriottico fra quelle conosciute di Kleist, è, a tutti gli effetti, quella che riesce ad attraversare la frontiera di tempo e di luogo, segnando un rifiuto da parte dell'autore di perdersi in questioni che non siano quelle primordiali della poesia. La forza dell'amore o la constatazione che siamo troppo immaturi per rapportarci con questa soggettività fu ciò che mosse Heinrich Von Kleist a questa revisione del mito. Pentesilea è il simbolo della donna forte e audace che cerca, all'interno della sua muscolatura, il più tenero sentimento umano. È l'eroina di una pièce che è stata costantemente associata ai movimenti femministi del ventesimo secolo non smettendo, però, di costituire anche una delle principali eroine della cultura classica e contemporanea. Più che una disquisizione sessista dell'amore che serve propositi politici e sociali di una contemporaneità in cui la donna ancora non possiede gli stessi poteri del sesso opposto, quest'opera sembra trattare dell'uguaglianza in un unico e semplice aspetto, e cioè che siamo tutti, uomini e donne, tremendamente fragili per ciò che riguarda il delicato territorio degli affetti. La Regina della Festa delle Rose non è soltanto una donna ma anzi riunisce in sé la figura dell'uomo e della donna e finanche dell'animale irrazionale o, in altre parole, rappresenta l'essere umano nella sua tremenda complessità: possiede la virilità e la forza muscolare e psicologica del sesso maschile, la dolcezza e la sensualità romantica del sesso femminile e la forza istintiva del cane o del lupo. Sembrerebbe, per così dire, il simbolo della cosiddetta perfezione o equilibrio umano. Ma questa completezza, a somiglianza di Frankenstein, genera un disequilibrio ancora più grande. Pentesilea,agliocchidellasocietàodierna(dovesonoormaicadutimoltitabùecomplessicheseparavanoiduesessi)cioffre una delle visioni più contemporanee dell'Uomo tra tutte quelle scaturite dalla drammaturgia occidentale: è l'Eroe di tutti gli Eroi perché rispecchia l'essenza di ciò che siamo quando non agiamo in base alle imposizioni sociali e morali a cui siamo sottoposti. Oggi può essere l'immagine non già della perfezione umana, stanchi ormai come siamo di riconoscere che non esiste, ma della sua complessità riunita in una donna e uomo, in un Dio e Demonio, in una ragione e pazzia, dove coabitano simultaneamente gli spiriti romantico e bellicoso, la tenerezza e la violenza.
La grande immaturità che ci caratterizza, uomini e donne di una specie fallita o imperfetta, è il tratto principale che evidenzia, allo stesso tempo, le nostre migliori capacità sensibili così come l'ispirazione poetica. L'arte esiste perché siamo incompleti, perché siamo esseri alla ricerca di una perfezione irraggiungibile e che non conquisteremo mai. Ricerca inevitabilmente l'errore, per permettere di pensare una perfezione idilliaca e una bellezza cui tanto aspiriamo. Quando Rilke afferma, nelle Elegie Duinesi, che il Bello non è altro che l'inizio del terribile, ci sta dicendo anche che questo terribile è l'oggetto di discussione del bello che noi, umani, desideriamo essere o raggiungere. Senza l'uno non possiamo aspirare all'altro, perché siamo tutti l'uno e l'altro. Kleist, in risposta a questa affermazione di Rilke, cosciente che bello e terribile non si sovrappongono, cerca di superare con la poesia la più brutale e violenta voce rappresentativa dell'umanità, facendo sì che in questa haute lutte vinca ciò che appartiene al territorio dell'armonia e della bellezza. Questa pièce canina, come la definisce il traduttore portoguese Rafael Gomes Filipe, presenta sia aspetti crudeli nelle sue descrizioni più sanguinarie sia aspetti di bellezza nella poesia e nel simbolismo che evoca. L'attualità, in questo testo, si evince dalla profonda coscienza che l'Uomo è, prima di tutto, un antieroe trascinato dalle più crudeli fantasie perché possiede, nei suoi geni, come dice Steiner in The death of Tragedy,
il cosiddetto autre o non-io del mondo: un dio occulto o malvagio, destino cieco, istigazioni dell'inferno. Ci attende ai crocicchi, si prende gioco di noi e ci distrugge. Mentre Goethe scriveva a favore di una educazione sentimentale borghese, Kleist ci proponeva, affermando una prospettiva più attuale e realistica del mondo, eroi senza una maturità affettiva possibile. Inserendo i movimenti imprevedibili degli affetti al posto della circolazione dei sentimenti. La sua produzione letteraria, che possiamo classificare soltanto come dionisiaca, ci fa presentire quel che potrebbe essere vivere in un clima inumano dove l'affettività perde il suo velo pudico e trafigge i corpi come frecce, nudi,crudelieincalcolabili. (M.Pedroso)
progetto, regia e drammaturgia / project, direction and dramaturgy Martim Pedroso | coreografia e movimento / choreography and movements Emanuele Sciannamea | interpretazione / interpretation Nicole Kehrberger, Emanuele Sciannamea, Carla Bolito, Martim Pedroso | interpretazione in video / interpretation on video Ana Ribeiro, Claudia Efe, Gracinda Nave, Margarida Cardeal, Maria Ana Filipe, Paula Sò, Sofia Ribeiro | video e suono / video and sound Guilherme Martins | costumi / costumes Joao Telmo | disegno luci / light design Mafalda Oliveira | preparatore vocale / vocal coaching Luis Madureira | collaborazione artistica / artistic advice Nelson Guerreiro | produzione esecutiva / executive production Cristina Pereira, Stefano Mazzotta | produzione / production Materiais Diversos (Pt)/Zerogrammi (It) | coproduzione / coproduction Guimaraes Capital da Cultura 2012 (PT), S. Luiz Teatro Municipal (PT), Festival Materiais Diversos (PT), ZDB (PT) | con il sostegno di / with the support of DG Artes, Presidencia do Conselho de Ministros - Secretaria de Estado da Cultura (PT), MIBAC (IT)