lucrezia maimone / zerogrammi 2019
simposio del silenzio
progetto vincitore del Premio
CollaborAction Kids XL#1 2018/Anticorpi XL
Cantieri Danza | Solares | Amat | Arteven | Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza | La Piccionaia | Fondazione Piemonte dal Vivo | Teatro Pubblico Pugliese | C.L.A.P. Spettacolodalvivo | Armunia | FTS Onlus | ACS | Centro Servizi Culturali Santa Chiara | FIND.
(...) ha l’aria e il profumo di una favola, e della fiaba possiede i tratti fantasiosi conditi da risvolti cupi, inquietanti e fatali. Una donna con una lunga treccia e un lungo vestito verde danza con le movenze di un automa meccanico da racconto di Hoffmann o Edgar Alla Poe. I libri si spargono nello spazio, vengono aperti e come scatole a sorpresa rilasciano immagini in movimento che si snocciolano con grazia e una certa ironia. Una danza giocosa e seria insieme, evocativa e intensa in perpetua relazione con quei grossi volumi che pesano, gravano eppure elevano e spingono. (Enrico Pastore)
(...) Libri che costruiscono fantasie controverse come buchi luminosi nel buio, ma capaci allo stesso modo di risucchiarla. Ella li combatte facendo leva sul suo corpo generoso e atletico. Muro in verticale sulle braccia, ellisse d’aria nelle giravolte in avanti e all’indietro su un braccio, spazialità estesa e nervosa nella spaccata. Accade che una figura in apparenza placida e remissiva lasci spazio a un conscio ardore. La Maimone riproduce un universo d’immagini emotività e percezioni, calato nel teatro più puro. (Enrico Rosolino | Verve Magazine)
note sul progetto
Il sogno è la porta d’ingresso in un mondo fiabesco di nuvole antropomorfe che amoreggiano, orchi e gigantesse, animali fantastici, neri conigli e uccelli rapaci.
(Lorenzo Mattotti)
Nel complesso viaggio che ci traghetta dall’infanzia all’età adulta, l’adolescenza è il luogo transitorio delle inquietudini, delle trasformazioni, il luogo dove i sogni e i desideri, provenienti con incanto infantile dalla spensieratezza dell’infanzia, si proiettano al futuro dialogando (e sovente scontrandosi) con la realtà. Come le fiabe ci insegnano, questo è però il viaggio necessario a comprendere chi siamo anche e soprattutto attraverso il dialogo con le nostre paure più profonde. Così in Simposio del Silenzio: uno racconto tra danza, clownerie e teatro, pensato e costruito come un viaggio fiabesco nel mondo oscuro dell’inconscio, le cui geografie si ispirano alle opere illustrate di Lorenzo Mattotti. Al centro della storia è l’inquietudine e la fragilità di una giovane protagonista e la sua goffa relazione interrogativa con grossi e pesanti libri a popolare la scena. Come portatori di ipotetiche risposte e strade percorribili, questi oggetti, quasi dotati di vita propria, la accompagnano in un viaggio verticale alla ricerca di sè che quasi ricorda gli scenari illogici dell’Alice di Carroll durante la celebre caduta nella tana del bianconiglio. Da questa caduta all’indietro, immagini e movimenti si susseguono, per dare vita a simboli dell’inquietudine infantile, attraverso gli scenari torbidi di una narrazione dedicata al dubbio, all'incertezza, alla precarietà dell’io.
Come in ogni fiaba di crescita, la narrazione insiste e ritorna sulle dinamiche generate dalla domanda e dal desiderio di equilibrio di fronte all'ostacolo, alla prova da superare, al luogo sicuro e all'ordine da conquistare: abbandonando la certezza presunta di un centro, il racconto si lancia nella precarietà del moto, nella ricerca di un temporaneo luogo sicuro, di un ordine plausibile, per restituirci infine l'unica certezza possibile: che nulla resta mai uguale a se stesso e che la condizione di domanda è l'unica via per la crescita, il cambiamento, la scoperta.
sinossi
La giovinezza è finita, la fantasia sta svanendo, i sogni si allontanano e diventano ricordi, poi pensieri che si mescolano alla realtà. Una serie di grossi libri enigmatici popolano la scena costruendo fantasie controverse, raccontando le nostre inquietudini, le nostre speranze, mostrandoci le paure che risiedono nei nostri cuori, chiedendoci infine di non lasciar scappare la magia dell’infanzia neanche quando saremo vecchi. Simposio del silenzio è una fiaba sulla precarietà: il peso, l’equilibrio, il rischio, il conflitto dualistico e l’ineluttabile desiderio di un’irraggiungibile armonia unitaria, un viaggio fiabesco nel mondo oscuro dell’inconscio, luogo in cui risiede il nostro sé implicito, nel quale è necessario recarsi per poter conoscere le profondità del proprio essere, della propria complessità, tuffandosi nell’oscurità della propria essenza nella speranza di riemergere in un nuovo sé unitario e integrato.
note didattiche
Nel complesso processo di crescita di ogni individuo, la ricerca di un’armonia incarnata e interpersonale sembra a volte essere una meta irraggiungibile. Si percorre un cammino ricco di insidie e piccoli tradimenti da parte di un mondo/una società che non sempre rispecchia le nostre aspettative, rispondendo in maniera dissonante alle vibrazioni della nostra anima, come se i nostri desideri si risolvessero più spesso in “chimere irraggiungibili” che in traguardi conquistati.
Nella consapevolezza che la percezione del mondo è creata dalla nostra mente e non può essere oggettiva, ci accorgeremo poi che per quanto il punto di arrivo prefissato possa essere un miraggio, sarà proprio quel punto immaginario ad aver dato impulso al cammino verso l’integrità, portandoci alla scoperta che l’armonia risiede nel movimento stesso verso la ricerca, così come nel viaggio (fiabesco), ritrovandoci condotti al punto di partenza, avremo compreso che proprio il viaggio, e non la meta, è il valore con il quale torniamo a noi stessi con nuovi occhi.
La coreografia che compone lo spettacolo “Simposio del Silenzio” nasce dall’osservazione del gesto e del “corpo” quotidiano, profondo, significativo e intellegibile nella sua semplicità. L’imperfezione del corpo in azione e le sue fragilità sono esplorate e rielaborate nelle opposizioni, nei passaggi, nei luoghi di trasformazione, per restituire, nel merito della storia, la poesia della contraddizione: il dubbio nella risposta, il sorriso nella tragedia, l’incertezza e l’ostacolo, lo smarrimento e il bisogno di appartenenza, così chiaramente espressi nell’opera di Mattotti cui il progetto si ispira: l’inquietudine della crescita e il coraggio necessario al superamento di ogni limite.
Il progetto coreografico è una creazione multidisciplinare a cavallo tra danza e arte circense.
Ispirandosi agli universi di intensa portata emotiva dell’illustratore Lorenzo Mattotti, la narrazione, ci trasporta in mondi immaginifici, dove umore e poesia si alternano a ritmo incalzante. Immagini narrative si intrecciano per dare vita a un racconto che scava nella memoria del fiabesco, evocando simboli e immagini dell’inquietudine infantile e dove luce e buio vestono un ruolo da protagonisti.
info e crediti
una creazione di/a creation by
Lucrezia Maimone
in scena/on stage
Lucrezia Maimone, Damien Camunez
ambiente sonoro/sound and music
Lorenzo Crivellari
violino/violin
Elsa Paglietti
coaching coreografico e drammaturgico/choreographic and dramaturg advice
Stefano Mazzotta
effetti magici/magic effects
Jonathan Giard
disegno luci/light design
Tommaso Contu
fotografia/photography
Stefano Mazzotta
produzione/production
Zerogrammi
con il contributo di/with the contribution of
Interconnessioni 2018/T Off (Cagliari)
con il sostegno di/with the support of
Regione Piemonte, MIBAC - Ministero per i Beni e le Attività Culturali
progetto vincitore del Premio/Project winner of the prize
CollaborAction Kids XL#1 2018 - azione del Network Anticorpi XL | Cantieri Danza | Solares | Amat | Arteven | Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza | La Piccionaia | Fondazione Piemonte dal Vivo | Teatro Pubblico Pugliese | C.L.A.P. Spettacolodalvivo | Armunia | FTS Onlus | ACS | Centro Servizi Culturali Santa Chiara | FIND.
Un ringraziamento speciale a Stefano Mazzotta per l’immenso sostegno e il preziosissimo accompagnamento artistico, Simonetta Pusceddu per l’inestimabile appoggio e fiducia, giorno e notte, Anthony Mathieu per la compartecipazione e complicità.
A special thanks to Stefano Mazzotta for the immense support and the precious artistic advice, Simonetta Pusceddu for the invaluable support and trust (day and night), Anthony Mathieu for the sharing and complicity.
produzione/production 2018-2019
disponibilità/availability 11.2019
genere/genre TEATRODANZA/DANCETHEATRE
durata/duration 50 min.
pubblico/audience +10
scena/stage SMALL TO MEDIUM HALL
staff artistico e tecnico in tour/artistic and technical team on tour 3+1
trasporto scenografie e materiali/prop transportation AL SEGUITO/PROVIDED BY THE COMPANY
montaggi/set up lights and scenes 1 d.
smontaggi/disassembly 3 h