
// ZEROGRAMMI
ON TOUR
STEFANO MAZZOTTA
COMMOSSE GEOGRAFIE // CAPITOLO#1 TERRACARNE
TERRACARNE is a first study resulting from a two-week creative residency in the spaces of Dance Gallery in Perugia, the initial phase of the larger choreographic project COMMOSSE GEOGRAFIE.
This first chapter of research, conducted by choreographer Stefano Mazzotta, features 6 dancers who have passed through the training and residency spaces curated by Valentina Romito and Rita Petrone at the beginning of their thirty years of choreographic activity: Amina Amici, Cecilia Ventriglia, Chiara Michelini, Daria Menichetti, Eleonora Chiocchini, Sara Orselli.
The COMMOSSE GEOGRAFIE project focuses its narrative intent on the themes of time, memory and the relationship between body, memory and landscape, taking inspiration from philosophical and poetic works such as Gli spazi dell’anima by Lionello Sozzi and La terra wasteta by Thomas S. Eliot.
In this first scenic outcome, the choreographic research focused on the word “rooting”: what dynamics are triggered in the apparent immobility of waiting and staying; what and how many metamorphoses pass through us, informing and modifying internal and external landscapes. In this spatial dichotomy, the body, in its forms, contains and archives within itself, in its fullness and emptiness, memories and experiences of passing time. Dance becomes geography, substantiates its presence in the space and time of memory, multiplies its directions, questions the environment, revealing the illusion of the linearity of time and the predominance of the subject over events. From this process of immersion, a new world delicately emerges, reinvented and relived each time, a world that re-emerges from silence and inner invisibility.
CAPITOLO#1 TERRACARNE progetto, regia e coreografie / project, direction and choreography Stefano Mazzotta | creato con e interpretato da / created with and interpreted by Amina Amici, Cecilia Ventriglia, Chiara Michelini, Daria Menichetti, Eleonora Chiocchini, Sara Orselli |disegno luci / light design Tommaso Contu | cura della produzione / care of the production Valentina Tibaldi |segreteria di produzione / executive production Maria Elisa Carzedda |una produzione / a production Zerogrammi + Dance Gallery | coproduzione / coproduction Umbria Danza Festival | con il sostegno di / with the support of Mic Ministero della Cultura, Regione Piemonte
l mondo della letteratura femminile si schiude davanti ai nostri occhi: l’immaginazione, nell’osservare la squisitezza del gesto, puntuale e individuale, sobrio ma mai enfatico, serve alla costruzione del flusso coreografico. Possiamo leggere le vicende delle protagoniste di Piccole donne di Louisa May Alcott o la potenza de La casa di Bernarda Alba di una madre padrona nel capolavoro di Federico Garcia Lorca, ma anche certe atmosfere di tanto cinema di Pedro Almodovar.
Lo vediamo dalla gestualità delle mani che si muovono in una sorta di danza che richiama ritualità antiche. Sono mani che accarezzano, cullano, curano, mani che pregano e sostengono in segno di una sorellanza; oppure mani da leggere come facevano le antiche fattucchiere riportandoci nell’arcaico matriarcato del sud Italia. E questo, non solo perché scopriamo che il lavoro si è lasciato ispirare da La restanza, il bel saggio dell’antropologo Vito Teti, ma soprattutto perché è costruito sul ritorno del corpo che rivisita certi paesaggi interiori, ritrova i resti di ricordi filtrati e sedimentati.
Il lavoro di coesione coreografica condotto da Stefano Mazzotta punta su queste restanze, per l’appunto, di movimenti o di sguardi condivisi. Mazzotta invita a rifrequentarli e riattraversali con il corpo, come quando il gesto che scaturisce dall’anca contagia tutte in una coralità che si propaga nello spazio, liberando dinamiche che approdano su racconti singoli. Commosse geografie lascia allo sguardo storie sull’abbandono, sulla solitudine, il rifiuto, le assenze, sul bisogno di raccontarsi e ritrovarsi a dispetto di un tempo che ha mutato volti, sogni e speranze ma non il desiderio di stare insieme. Le briciole di pane, simbolo di nutrimento primario e puro, che a fine spettacolo vengono sparse, sono il segno di una via da non perdere mai, quella della strada verso casa; lì dove ritrovare la bellezza nell’unione.
Cristina Squartecchia | PAC