
STEFANO MAZZOTTA
THYESTES
La danza attraversa il cuore oscuro del Tieste di Seneca, ripercorrendone, in gesti, sussurri, vuoti e silenzi, la potenza tragica. È il mito distillato fino alla sua essenza più cruda: vendetta, gesto fratricida, carne, banchetto cannibale, al cui centro s’impone la sete di potere di un cuore in guerra, forza corrosiva che contamina ogni affetto e dissolve ogni vincolo. La danza si fa atto di dominio e di sopraffazione, il corpo ne è deformato e consumato. Ogni movimento è una ferita, ogni pausa un grido trattenuto. La scena, spoglia ed essenziale, diventa il luogo di una lotta interiore e politica, in cui l’ambizione e l’umiliazione si rincorrono fino all’annientamento. La tragedia non si racconta: si compie. La danza dà corpo a un’anima scissa e dilaniata, dove vittima e carnefice convivono, si combattono, e infine si riconoscono.
La disintegrazione dell’identità, la lotta per il riconoscimento, il corpo come luogo del conflitto. L’opera di Seneca è un abisso: Tieste non è solo il racconto di una vendetta inumana, ma un dispositivo tragico che mette a nudo la natura più perversa del potere. In questo studio coreografico, il testo antico diventa materia viva per un’indagine fisica, viscerale, contemporanea sul potere come pulsione distruttiva, sul suo intrecciarsi inevitabile con l’abuso, la manipolazione, l’umiliazione. Atreo e Tieste coesistono e si sovrappongono nello stesso corpo, come due forze che si scontrano, si contaminano, si distruggono a vicenda in una scena spoglia, quasi sacrificale. Il potere, non rappresentato ma agito, si mostra nella tensione muscolare, nella ripetizione ossessiva, nell’imposizione del gesto, nel controllo e nel crollo. L’abuso non è un fatto narrato, ma una dinamica coreografica. Il movimento si fa dominio, il silenzio diventa sopruso, il corpo si trasforma in campo di battaglia. I riferimenti al mito non cercano di ricostruirlo, ma di farne detonare il nucleo: fratelli che si tradiscono, figli sacrificati, regni conquistati sulla rovina dell’intimità. La danza attraversa questi temi come si attraversa una ferita: senza illustrare, senza cercare risoluzioni, ascoltando il rumore profondo del suo protagonista, la sua furia, ancora così vicina alla nostra.
La creazione Thyestes inaugura, per Zerogrammi, il progetto Past Forward, un processo di riscrittura che percorre a ritroso l’archivio artistico della compagnia ridisegnando le urgenze che hanno mosso la sua traiettoria creativa in 25 anni di attività.
progetto, regia e coreografia / project, direction and choreography Stefano Mazzotta | a partire dall’omonima tragedia di / based on the eponymous tragedy by Lucio Anneo Seneca | collaborazione alla scrittura e maitre de ballet / collaboration to the writing and maitre de ballet Amina Amici | creato con e interpretato da / created with and interpreted by Pierandrea Rosato | costumi e progetto scenografico / costumes and scenographic design Stefano Mazzotta | elementi scenografici / set design elements Jacopo Valsania, Vittorio Viola | adattamento scenografico / set design adaptation Jacopo Valsania | direzione tecnica e disegno luci / technical direction and light design Tommaso Contu | cura della produzione / care of the production Valentina Tibaldi | segreteria di produzione / executive secretariat Maria Elisa Carzedda | una produzione / a production Zerogrammi | in coproduzione con / in coproduction with Playwithfood Festival | con il sostegno di / with the support of Ministero della Cultura, Regione Piemonte
genere/genre TEATRODANZA/DANCETHEATRE
durata/duration 45'
pubblico/audience +14
allestimento/setting TEATRALE - SITE SPECIFIC / THEATRICAL - SITE SPECIFIC
staff artistico e tecnico/artistic and technical staff 1+2

