ZEROGRAMMI
ELEGìA
DELLE
COSE
PERDUTE
UNA
GENESI
Ispirato a Os pobres, romanzo aspro e doloroso dello scrittore e storico portoghese Raul Brandão, Elegìa delle cose perdute è un articolato progetto coreografico che ha impegnato la compagnia Zerogrammi lungo tre anni di processo artistico ospite, in Sardegna, del programma di residenze Artisti nei territori / Interconnessioni.
Nell'articolata traiettoria creativa che ha condotto alla creazione la compagnia, seguendo una modalità di lavoro consolidata negli anni, ha interrogato territori, contesti e linguaggi diversi collezionando un archivio vivo di materiali e testimonianze che hanno nutrito il corpo danzante con segni e ispirazioni non solo di natura coreutica ma provenienti da vocabolari altri (arti plastiche, video, fotografia, letteratura) e da un’esperienza del mondo che si sostanzia nella relazione con luoghi e persone fuori dai contenitori convenzionali del teatro. Ne sono nate quattro differenti declinazioni, l’una interconnessa all’altra: nell’ordine un pluripremiato mediometraggio, uno spettacolo, un libro fotografico arricchito da un testo inedito di Eugenio Barba e infine un progetto di comunità che, accompagnando la fruizione dello spettacolo, prosegue e moltiplica il dialogo con sempre nuovi territori e comunità.
UNO
SPETTACOLO
UN
FILM D'ARTE
UN
LIBRO
FOTOGRAFICO
Si apre, nella traiettoria di creazione di Elegìa delle cose perdute, un minuscolo progetto editoriale battezzato STORIEDIVENTO. Il suo scopo è generare uno spazio di condivisione del copioso materiale fotografico e di ricerca che i processi creativi di Zerogrammi sovente collezionano. Primo capitolo di questo progetto è proprio la pubblicazione ELEGìA DELLE COSE PERDUTE_un diario fotografico. Vi partecipano, a compendio di una selezione di scatti realizzati dal coreografo Stefano Mazzotta nel corso delle residenze di creazione dello spettacolo, i contributi di Simonetta Pusceddu, Anthony Mathieu e del M°Eugenio Barba.
UN PROGETTO
DI COMUNITÀ
A FUTURA
MEMORIA
A FUTURA MEMORIA è un’azione corale per spazi non convenzionali, un processo partecipativo transculturale e intergenerazionale, uno spazio di condivisione intorno ai temi dell’identità e dell’appartenenza, della memoria e delle relazioni, attraversati, condivisi ed elaborati in un percorso di pratica del movimento e della danza. Il programma, nato in seno al progetto coreografico Elegìa delle cose perdute, accompagna i progetti coreografici della compagnia che diventano, nella relazione con comunità e territori diversi, strumento di riflessione intorno a temi comuni che declinano in sè i concetti di identità, radici, memoria e futuro. La pratica del movimento come strumento di indagine e spazio di relazione ed espressione personale diventa viatico di una cultura di prossimità come investimento sulla qualità di vita della persona, sul sostegno e valorizzazione di territori, culture, unicità, favorendo consapevolezza circa identità e diritti individuali, civili, sociali. Il corpo emotivo e fisico di ognuno di noi è archivio vivente di esperienze. Il percorso si propone di costruire nuove narrative alle quali le comunità possano aderire ponendo in atto processi di collaborazione eterofili e inclusivi. Ogni corpo è un diario, un archivio di memorie, ognuna delle quali determina ciò che siamo, le vie e la qualità del nostro muoverci e comunicare. Possiamo imparare a leggere attraverso questi “modi”, provare a danzarli e lasciare che raccontino il ricco vocabolario della nostra storia.
CON
TATTI
informazioni generali
distribuzione dello spettacolo
proiezione del film
progetto di comunità