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ARCHIVIO
ZEROGRAMMI + TEATRO A CORTE
ITALIA RUSSIA 2011
Nell'ambito delle attività sostenute dai governi italiano e russo in occasione dell'anno di dialogo culturale Italia-Russia 2011, Zerogrammi trasferisce per un mese il proprio lavoro artistico in Russia, nella cittadina di Kostroma. Qui incontra la compagnia Dialogue Dance, con la quale intraprende la costruzione dello spettacolo "Punto di Fuga". Questa coreografia per 4 coreografi/interpreti costituisce il primo step del più ampio progetto ispirato alla tragedia senecana "Tieste" di cui fa parte il secondo e definitivo capitolo "Pasto a Due" . Il calendario dell'attività, iniziato con la residenza coreografica presso Stantsia Art Venue tra gennaio e febbraio 2011, prosegue con l'anteprima russa della creazione (12 e 13 febbraio 2011, Kostroma), il suo debutto italiano (Festival Teatro a Corte, luglio 2011, Italia) e il debutto russo ( Festival Tsekh, dicembre 2011, Russia). Lo spettacolo "Punto di Fuga" è insignito di 3 nomitation (Migliori Coreografi, Miglior Creazione, Miglior Light Designer) alla prestigiosa Golden Mask, cerimonia russa che ogni biennio premia le migliori produzioni teatrali rappresentate sul proprio territorio nella cornice delTeatro Bolshoi. L'intero progetto è realizzato grazie al prezioso sostegno di Fondazione Teatro Piemonte Europa, Festival Teatro a Corte, Festival Tsekh, Ministero della Cultura della Federazione Russa, MIBAC.
DIARIO DI UNA RESIDENZA COREOGRAFICA NELL'ANNO DI SCAMBIO CULTURALE ITALIA-RUSSIA 2011
(a cura di Stefano Mazzotta)
Ci troviamo su un treno pressoché deserto, dispersi nella notte. Lo scompartimento, debolmente illuminato da lampade in stile liberty, odora di lana umida. Il finestrino è incorniciato da certi drappi di un pallido retrogusto anni ’60, dai motivi floreali. Ho il presentimento di non trovarmi in Italia. Una tazza in vetro stretta in una morsa di decorazioni in ferro battuto, fumante thé nero bollente, mi riporta alla memoria racconti di austeri dominatori dell’est e fascinose principesse zingare. A memoria, temo di non ricordare nulla di simile sui nostri moderni eurostar. Oltre i tre strati di tessuto liso, prezioso un tempo, oltre i vetri appannati, è un bianco abbacinante, la cui luce non teme la notte, che lo fa anzi ancora più immensamente esteso, vacuo eppure stranamente rassicurante. E’ neve ovunque. Solo ieri, in Piazza Solferino a Torino si discuteva attorno a un tavolo, di possibilità, di un sano interesse alla collaborazione, di una progettualità comune connessa all’anno 2011, che sarà l’anno del dialogo culturale Italia-Russia. Ma non posso credere di essere già sul lento treno Mosca-Kostroma. Una notte di viaggio per 300 chilometri e il gusto di onorare, con una lunga fermata, ogni piccola stazione perduta nella steppa. Ma allora questi signori della Fondazione fanno sul serio? Cotto e mangiato. Detto e fatto. Mi meraviglio per disabitudine. La nostra Italia viaggia su tempistiche decisamente più “riflessive”. Quanti gradi sotto lo zero faranno là fuori? Avremo modo di testarlo sulla nostra pelle, avremo modo di ridere della sensazione inedita delle stalattiti nel naso, delle dita viola per aver voluto fumare una sigaretta senza guanti (spavaldi!), del sollievo impagabile dei santi termosifoni nei locali pubblici e nelle camere d’albergo (efficiente e capillare gasdotto russo!). Scesi dal treno, con le nostre tenute che ricordano più che vagamente Totò e Peppino in piazza Duomo, incontriamo l’autoctono Ivan e il suo collega Evgeny, che saranno i nostri colleghi di lavoro per la durata di un mese. Insieme comporremo il progetto coreografico per il quale abbiamo valicato le alpi e raggiunto, attraverso la steppa sconfinata, con non pochi ma eccitanti punti interrogativi, la terra del crauto e della vodka. Sarà un mese di combattimenti, di scontri, come è prevedibile che accada quando si affronta la “sfida” del dialogo tra culture. Non potrebbe essere altrimenti, e la possibilità di perdere qualcosa per strada, di doverlo cedere nel confronto, di essere scalfiti, piegati dal dibattito, di essere un po’ meno “noi” per capire un po’ più gli “altri”, incute non poca paura. Ma non può essere altrimenti ed è anzi il primo prezioso passo verso l’attenzione che merita il confronto con il nuovo. Troveremo ad attenderci, e accompagnarci in un mese di lavoro, lastre di ghiaccio killer in prossimità di ogni porta di ingresso, lunghe discussioni intorno al da farsi, il romantico letto ghiacciato del Volga, le differenti opinioni in fatto di coreografia, i set fotografici con obbiettivo gelato e indice viola, le giornate di sconforto e di fatica, quelle di accordo e leggerezza, il supporto delle mail di Mara (Serina) e Paolo (Cantù), i numerosi caffè filo-italiani che accompagnano le riflessioni, i doppi e tripli calzini, i doppi e tripli guanti, le doppie e triple sciarpe, un emozionante debutto russo, una gratificante mostra fotografica e, prima di tutto questo, la preziosa opportunità di intraprendere un nuovo viaggio di scoperta il cui valore oggi, dalla temperata Torino, si manifesta in tutta la sua ricchezza: è stato un percorso artistico e umano unico, per la qualità e la frequenza del “combattere”, per la passione e la certezza che offrono risposte al mestiere di creare, per lo sconforto e il dubbio che offrono grandi domande cui si è chiamati a rispondere, per l’orgoglio di portare un pezzo di Italia oltre i suoi confini e per la meraviglia di sentirsi un po’ più senza frontiere.
Zerogrammi, Fondazione TPE-Teatro a Corte (Italia), Dialogue Dance, Centro Danza Contemporanea e Performance TSEKH (Russia), STANTSIA Art Venue (Russia) con il sostegno di/with the support of Regione Piemonte, MIBAC, Ministero della Cultura della Federazione Russa
(...) Apre al futuro il premio al miglior spettacolo di danza contemporanea, assegnato a “Punto di fuga”, co-produzione tra Italia e Russia che nell’anno 2011 dello scambio tra i due Paesi ha visto la collaborazione delle giovani formazioni Zerogrammi di Torino e Dialogue Dance di Kostroma. Proprio nella città russa nel febbraio 2011 sono arrivati Emanuele Sciannamea e Stefano Mazzotta, danzatori e coreografi originari del Sud Italia, formatisi alla prestigiosa Scuola Paolo Grassi di Milano, emergenti con il loro agile ensemble. I 25° gradi sottozero dell’inverno russo e la conoscenza di poche parole della lingua di Pushkin non li hanno scoraggiati e insieme a due performers della Dialogue Dance hanno dato vita a “Punto di fuga”, pièce al maschile che tra forza e ironia reinterpreta il “Tieste” di Seneca. Applaudito in inverno a Kostroma e in estate a Torino al festival Teatro a Corte, il neopremiato “Punto di fuga” racchiude il pensiero dei quattro giovani: “l’incontro, e dunque il confronto, è l’unica reale ricchezza degna di conquista.
V. Bonelli, Russia Oggi